Icebreaker vs Quatha

Icebreaker e Quatha sono due aziende con sede rispettivamente in Nuova Zelanda e Australia. Trattano la lana merino e la rendono più leggera rispetto alla lana tradizionale.

Si tratta di due aziende sicuramente cool (visitate i loro siti per rendervene conto di persona, va detto che il sito della Icebreaker risulta aggiornato mentre quello della Quatha non è momento disponibile nè vedo informazioni utili sui social network).

I capi in lana merino sono traspiranti, antiodore, non hanno bisogno di essere stirati e si asciugano rapidamente. Rappresentano certamente la mia scelta quando sono in viaggio e non solo.

Le magliette in tessuto sintetico non hanno bisogno di essere stirate e si asciugano rapidamente ma non sono antiodore. Molto spesso, anzi, è veramente difficile tenerle una giornata intera. Questo, ovviamente, facendo i vari distinguo del caso.

Avendo acquistato un capo della Quatha e uno della Icebreaker ho avuto modo di vedere delle differenze fra i due capi.

Andiamo nel dettaglio
Quatha (da non confondersi con il brand di Decathlon) ha brand, payoff (Wool to Skin) e taglia direttamente stampata sul tessuto e ha una Q all’altezza della scapola.
Resta al suo interno una linguetta piuttosto lunga con le istruzioni di lavaggio e la composizione: 100% australian merino wool. Il capo che ho io pur essendo molto leggero risulta piuttosto difficile da portare ad agosto visto che la lana si sente in maniera distinta sul corpo.

Il capo della Icebreaker riporta anch’esso tutte le caratteristiche stampate su tessuto. Questo risulta più leggero rispetto al capo Quatha. Ma addosso si sente subito, eccome.

Considerazioni
Icebreaker risulta più adatto all’utilizzo in paesi caldi e gestisce meglio la traspirazione. Ho usato questo capo sulla vetta del Gavia a 2600 metri e in piena Pianura Padana. Altrettanto non posso dire per il capo Quatha. Ottimo per una passeggiata in montagna ma sconsigliato per una camminata in città ad Agosto.

 

Gate8

Gate8 ha prodotto un bagaglio che promette di essere utilizzato su tutte le compagnie aeree senza la necessità di imbarcarlo. Interessante la possibilità di sganciare il vano portacomputer per portare in giro solo quello. Ovviamente se si ha modo di lasciare il vano portaindumenti in hotel o in un deposito bagagli.

Truefitt & Hill: da luogo del lusso a prodotti

 

Sensoria: calzini smart

 

 

 

 

 

Il prodotto non è ancora stato commercializzato ed è in attesa di ricevere finanziatori. L’idea alla base è trasferire le informazioni sulla corsa e camminata direttamente alla calza bypassando il sensore che si applica alle scarpe.  Ecco il link alla piattaforma di crownfunding, Indiegogo, per approfondire.

I social per fare il bene del prossimo.

 

Non voglio parlare di Instagram o di Igersmilano perchè di questo tema siamo giusto accessori. Voglio invece parlare di “indifesa:  la campagna social di Terre des Hommes, per offrire un futuro migliore alle bambine di tutto il mondo. L’organizzazione attiva da 50 anni nella tutela e l’aiuto diretto all’infanzia in difficoltà, ha infatti lanciato il Challenge #indifesa per gli instagramers.
Partecipare è semplice. Basta creare un’immagine o una foto dove appare la scritta “#indifesa” taggandola con lo stesso hashtag.

Il Challenge finisce il 15 ottobre, mentre il 17 ottobre al Fiat Open Lounge di Milano, durante l’#indifesa Charity Party, verranno premiate le foto vincenti per originalità ed efficacia nel trasmettere il messaggio della campagna.

 

 

Digital Hour: tappa di Bologna

digital hour bolognaProsegue il progetto Digital Hour organizzato da Industree Group.
Ieri si è svolta la tappa di Bologna ed è stata l’ennesima occasione per incontrare le imprese locali per parlare e scoprire insieme  le nuove forme di comunicazione digitale ed il cambiamento che esse comportano a tutti i livelli dell’organizzazione aziendale.
Con me sul palco in veste sia di moderatore che di relatore, Umberto Casalone di Seat Pagine Gialle, Alessandro Sacco di Maserati, Antonio Donadoni di Research in Motion e Linda Serra di O-One. Con loro abbiamo analizzato i casi di successo per vedere sul campo quali sono le strategie e le azioni da compiere per sfruttare al meglio le opportunità dell’era digitale.
A breve le presentazioni saranno consultabili su un account slideshare.

 

Pocchiali: travel gear

 

Questo è un accessorio per viaggiatori smart e con stile.
I viaggiatori smart usano un solo bagaglio a mano, amano non sfigurare anche in una città che non conoscono o, meglio, fanno di tutto per non sembrare dei turisti. La dotazione tecnologica è d’obbligo, non tanto perchè sono dei workaholic (il buon senso dice, poi, che le mail spesso sono come delle palle di neve che rotolano, se non le fermi diventano valanghe che si abbattono su di te) quanto perchè la documentazione e la condivisione sono aspetti direttamente legati al viaggio.
Esistono sul mercato diversi prodotti pensati per questa categoria di viaggiatori. Di alcuni ne abbiamo già parlato, di altri ne parleremo nelle prossime settimane, visto che siamo entrati ufficialmente in zona vacanza. Oggi vi segnalo “pocchiali“, neologismo risutato dalla fusione fra pochette e occhiali. Si tratta di un accessorio pensato per noi uomini di mondo e si tratta di una custodia per occhiali che ha un risvolto in cotone in contrasto che infilato nel taschino della vostra travel jacket (non avete una travel jacket?) funge anche da pochette. La pochette è un accessorio per pochi. Il portaocchiali, beh, statisticamente ne abbiamo almeno uno per gli occhiali da sole!
Potete avere maggiori informazioni su questo accessorio e su come usarlo su Travelteq. Io uso sempre più spesso la pochette ma, in viaggio, non ci penso neanche a portarla. Forse ci farò un pensierino…