Bellissimi film. Non considerateli “film denuncia” perchè non lo sono (forse lo vorrebbero essere). Il tema della precarietà è trattato come poteva esserlo quello della Naja oltre 20 anni fa. I due “problemi” (precarietà e naja) sono infatti il sottofondo della storia: storia che poi deve essere estremizzata perchè altrimenti risulterebbe di una banalità sconcertante.
La caserma o il call center sono così luoghi dell’incontro (e dello scontro) dove a prescindere dallo status sociale/culturale e dal conto in banca impari a conoscere veramente chi sei scoprendo lati bellissimi e bruttissimi del tuo carattere che pensavi di non avere.
Direi che fra i due film esiste una sola differenza: nel call center scegli di andarci; in caserma (almeno una volta) no: eri obbligato! Sembra poco, ma cambia radicalmente il punto di vista dello spettatore. Provare per credere!
Tutta la vita davanti vs 365 giorni all’alba
5 risposte a “Tutta la vita davanti vs 365 giorni all’alba”
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Non so voi e soprattutto non so Runner, ma io preferisco le denunce dal vivo, come i listati a lutto alla partenza della Stramilano…
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Si ma qual’era il film? Arancia meccanica? Un mercoledì da leoni? La grande Guerra?Radiofreccia? Mars Attack?
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RUNNER non essere superficiale…quale fosse il film non importa…mi stupisci…
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Forse non era per un film, d’altronde le uccisioni in Tibet sono realtà e non fantasia (orma raccontate già da anni anche in alcuni film).
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Parole sante… 7 anni in Tibet infatti descrive con lucidità quello che è successo nel momento in cui questa storia di sopruso è iniziata.
Ben vengano quindi questo segnali di coscienza collettiva.
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